Bonus acqua potabile per le spese 2023: domande dal 1° febbraio

Bonus acqua potabile anche per le spese 2023. Ma non per quelle 2024, dal momento che con l’ultima legge di Bilancio non c’è stata l’attesa proroga. Le risorse a disposizione, però, saranno pochissime: appena 1,5 milioni di euro, contro i 5 milioni stanziati negli anni precedenti. Per chi farà domanda a partire dal primo febbraio, insomma, sarà altissimo il rischio di un taglio. A dare le prime indicazioni sul bonus è un provvedimento appena pubblicato dall’agenzia delle Entrate (n. 3921/2024).

Come funziona
Il bonus acqua potabile nasce, con la legge di Bilancio 2021 (articolo 1, commi 1087-1089), per razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di contenitori di plastica. E consiste in un credito d’imposta del 50% delle spese sostenute «per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e addizione di anidride carbonica alimentare, finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti».

I tetti massimi
L’importo massimo delle spese su cui calcolare l’agevolazione è fissato a:

  • 1.000 euro per ciascun immobile, per le persone fisiche;
  • 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.

Le informazioni sugli interventi, una volta effettuati, vanno trasmesse in via telematica all’Enea.

I documenti
L’importo delle spese sostenute deve essere, infatti, documentato da una fattura elettronica o da un documento commerciale, in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito. Per i privati, e in generale per tutti i soggetti diversi da quelli esercenti attività d’impresa in regime di contabilità ordinaria, il pagamento va effettuato con bonifico bancario o postale o con altri sistemi di pagamento tracciabili, diversi dai contanti.

Le comunicazioni
L’ammontare delle spese agevolabili va comunicato all’agenzia delle Entrate tra il 1° febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo al quello di sostenimento della spesa, inviando il modello predisposto dalle Entrate, tramite il servizio web disponibile nell’area riservata o i canali telematici dell’Agenzia. Quindi, per le spese 2023 si parte il 1° febbraio 2024.

L’utilizzo
Il bonus può essere utilizzato in compensazione tramite F24 oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus. La legge di Bilancio 2022 ne aveva allungato la vita fino alla fine del 2023, stanziando 1,5 milioni di euro a copertura. Da sottolineare, però, che nel 2021 e nel 2022 il tetto complessivo di spesa a disposizione dello strumento era stato parecchio più elevato (5 milioni l’anno).

Rischio tagli
A questo proposito, bisogna ricordare che il provvedimento delle Entrate che regola il bonus (protocollo n. 153000/2021) prevede la possibilità di erogare un beneficio «in misura ridotta rispetto a quella prevista dalla norma qualora l’ammontare complessivo del credito d’imposta derivante dalle comunicazioni validamente presentate risultasse superiore alle risorse stanziate per ciascun anno». Insomma, per le spese 2023 è altissimo il rischio di tagli.

Fonte: www.ilsole24ore.com

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