Bonus mamma, online la piattaforma per comunicare i dati dei figli all’Inps
Con quattro mesi buoni di ritardo, è online la piattaforma denominata “Utility Esonero Lavoratrici Madri” per comunicare direttamente all’Inps i dati per l’esonero contributivo previsto dalla legge di bilancio, il ribattezzato “bonus mamma”. L’esonero contributivo da totale che avrebbe dovuto essere è stato ridotto a un massimo di 3 mila euro, senza limiti reddituali: circa 1.700 euro l’anno, poco più di 140 euro al mese. E la norma che nei piani della premier avrebbe dovuto essere strutturale da subito è stata “trasformata” in sperimentale. Verrà, quindi, applicata solo nel 2024 per le donne lavoratrici con due figli di cui uno con meno di 10 anni e fino a tutto il 2026 per le madri con tre figli di cui uno ancora minorenne.
Negli scorsi mesi le lavoratrici di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato potevano già comunicare al datore di lavoro la volontà di avvalersi dell’esonero, allegando alla richiesta i codici fiscali dei due o tre figli. Da oggi con la nuova piattaforma il bonus mamma si potrà chiedere direttamente all’Inps, sempre con i codici fiscali, “bypassando” così il datore di lavoro. Se però non c’è una richiesta diretta della mamma tramite il portale “Utility Esonero Lavoratrici Madri” e il datore di lavoro non ha provveduto a inserire «i codici fiscali dei figli nei flussi Uniemens», il beneficio decade.
Il bonus mamme fortemente voluto dal governo Meloni per sostenere le lavoratrici con almeno due figli non solo è partito in ritardo perché l’Inps ha tardato a pubblicare la circolare applicativa, adesso rischia di trasformarsi in un beffa fiscale. I contributi previdenziali, infatti, vanno in deduzione. Tradotto: si sottraggono al reddito lordo abbattendo l’imponibile Irpef. Un meccanismo che i tecnici del governo Meloni non hanno considerato. Con il risultato che quello che arriva da una parte, esce dall’altra. E, peggio, la crescita del reddito lordo concorre all’aumento dell’Isee, l’indicatore utilizzato per definire l’importo dell’assegno unico, ma anche le rette degli asili e delle mense scolastiche (oltre che l’assegno d’inclusione). Come a dire che l’aumento di oggi rischia di venire completamente mangiato da minori sostegni l’anno prossimo.
Fonte: www.lastampa.it