Lavori faticosi e pesanti, pensione a quota 97,6

Un percorso che dura due anni: la domanda va presentata entro il 2 maggio 2022, il trattamento è previsto nel 2023

In arrivo la scadenza del 1° maggio (è festa nazionale e anche domenica, per cui slitta al 2) entro la quale le persone che svolgono lavori usuranti devono presentare domanda di riconoscimento delle loro mansioni nel caso in cui ritengano di raggiungere i requisiti per la pensione anticipata nel corso del periodo gennaio-dicembre 2023.

La domanda telematica serve per sollecitare l’Inps a esaminare la posizione individuale e stabilire se si ha diritto o meno a entrare nel novero dei lavori usuranti. Sempreché essi siano stati svolti per la metà della vita lavorativa o per almeno sette anni nell’ultimo decennio.

Per chi svolge lavori usuranti la legge riconosce una pensione con requisiti agevolati rispetto a quelli chiesti agli altri lavoratori. Ad esempio bastano i vecchi 35 anni di versamenti contributivi. Ma la domanda di oggi, attenzione, vale solo per il riconoscimento delle mansioni. Essa è propedeutica a quella successiva con la quale, una volta confermati le mansioni usuranti e i requisiti di legge, si chiederà materialmente la pensione. In sostanza il cammino verso la pensione si sviluppa su due anni di calendario: a) nel 2022 attestato delle mansioni; b) nel 2023 raggiungimento dei requisiti anagrafici e contributivi per la pensione.

I lavori qualificati usuranti, possiamo suddividerli (in modo sintetico) in quattro categorie.

1. Faticosi e pesanti: in galleria, sotterranei, pozzetti, con alte temperature, in cassoni, ecc.

2. Produzione in serie con ritmi ripetitivi nella “linea catena”: autoveicoli, elettrodomestici, condizionatori, calzature, ecc.

3. Lavori notturni: A) Turni di 6 ore per almeno 64 giorni l’anno; B) Senza turni: ciclo continuo annuo per almeno 3 ore al giorno.

4. Trasporto pubblico: conducenti di veicoli con almeno 9 posti (compreso l’autista).

Vediamo quali sono i requisiti nell’ambito di età e anzianità contributiva. Per i lavori faticosi e pesanti, per le produzioni in serie, per il trasporto pubblico e per i lavori notturni per l’intero anno è richiesta la quota 97,6, formata da un minimo di 61 anni + 7 mesi di età e da un minimo di 35 anni di contributi.

Bene, se facciamo la somma dei due addendi ci accorgiamo che il risultato è 96,7, inferiore alla quota minima. Ciò significa che se si ha l’età (61,7) occorrono quanto meno 35,9 anni di contributi; se si hanno 35 anni di contributi, l’età minima deve salire a 62,6 anni. Qualsiasi mix è buono: l’essenziale è che non si vada sotto i due numeri minimi della legge.

Se si tratta di lavoratori autonomi la quota sale di un punto: 98,6. E anche per i lavori notturni svolti con il sistema dei turni i requisiti salgono a seconda del numero di notti. A) Almeno 78 notti = quota 97,6 con età minima 61 anni + 7 mesi. B) Da 72 a 77 notti = quota 98,6 con età minima 62 anni + 7 mesi. C) Da 64 a 71 notti = quota 99,6 con età minima 63 anni + 7 mesi.

E’ bene rispettare la prossima scadenza del 2 maggio per la decorrenza della pensione. Se viene superata la data, scatta il differimento della prestazione pari: 1) a un mese, per un ritardo della presentazione compreso in un mese; 2) a due mesi, per un ritardo oltre un mese e fino a tre mesi; 3) a tre mesi per un ritardo superiore.

Fonte: www.lasta,pa.it/tuttosoldi, articolo di Bruno Benelli

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